mercoledì 16 ottobre 2013

Madonna degli Angeli del Maragliano



Appena terminato il restauro, la statua è stata trasferita al MUSEO DIOCESANO dove è stato presentato il restauro l'8 ottobre 2013.
Sarà nuovamente ricollocata nella sua sede originaria, nella nostra Chiesa monastica, a metà del prossimo novembre.


Di seguito offriamo alcune viste dell'opera restaurata e un articolo comparso su Il Cittadino in merito all'evento.

  

Maragliano restaurato in mostra al Museo Diocesano

09/10/2013 

Quasi in concomitanza con la festività della Madonna del Rosario, il Museo Diocesano ha presentato al pubblico il gruppo ligneo di Anton Maria Maragliano, raffigurante tale rappresentazione della Vergine.
Il celebre scultore genovese si rifà all'iconografia tradizionale di questa immagine sacra (seguita in passato anche da Caravaggio), dove la Madonna viene raffigurata mentre cinge il Bambino con la mano destra e protende la sinistra come per porgere un rosario. Dono del canonico Gio Bartolomeo Gera al Monastero delle Clarisse Cappuccine del SS. Sacramento, la Madonna del Rosario (1724 circa), nonostante la mancanza di indicazioni dirette, mostra evidenti riferimenti ad altre opere del maestro genovese raffiguranti lo stesso soggetto, come i gruppi lignei conservati a Voltaggio e nella chiesa di San Desiderio. Alle linee morbide e carnose dei volti, di sicura fattura maraglianesca, si accompagna la ricca decorazione dell'abito, arricchito di motivi rocaille e quasi interamente dorato, realizzato probabilmente dalle mani di un collaboratore del Maragliano.
L'opera, che verrà ospitata per circa un mese dal Museo Diocesano, è stata recentemente oggetto di un intervento conservativo, reso necessario dai danni significativi che erano ormai evidenti su tutta la sua superficie, a partire dai pericolosi movimenti dei blocchi lignei della struttura, fino ai conseguenti sollevamenti della pellicola pittorica. Il restauro è stato affidato al laboratorio di Antonio Silvestri e diretto dalla dott.ssa Paola Traversone (Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria).
La necessità di tale intervento, portato avanti nonostante la mancanza della copertura economica, è stata messa in evidenza dopo un intervento di disinfestazione che ne ha messo in luce gli aspetti più critici: le numerose ridipinture (risalenti circa a cinquant'anni fa), che avevano appesantito la cromia originale dell'opera, e le sue numerose fessurazioni; senza tale operazione di recupero, indispensabile e tempestiva, la splendida opera del Maragliano avrebbe potuto cedere in breve tempo alle numerose insidie che la minacciavano e di conseguenza non apparire più ai nostri occhi. Le Madri Cappuccine stanno tuttora cercando di reperire le risorse economiche necessarie per il saldo dell'intervento di restauro effettuato, supportate dall'Associazione GenovApiedi, che ha contribuito, con visite guidate e altre attività, a reperire i fondi per questo intervento. Dopo la sua permanenza al Diocesano l'opera verrà restituita al monastero cappuccino alla quale fu donata poco dopo la sua fondazione, la cui sede è attualmente situata in via Domenico Chiodo. L'opera sarà nuovamente inserita all'interno della cappella del monastero, officiata e aperta al pubblico: all'interno dell'edificio si possono ammirare altre opere dello stesso scultore: il San Francesco che riceve le stigmate, collocato nella cappella dedicata al Santo e altre quattro sculture di autografia maraglianesca raffiguranti i Santi Giuseppe, Felice da Cantalice, Domenico e Antonio da Padova che, insieme alla pala d'altare di Luca Cambiaso, costituiscono un complesso artistico di grande rilievo.
La breve permanenza dell'opera al Museo Diocesano permetterà di presentarla ad un pubblico più ampio possibile, affinché l'opera di uno dei più grandi artisti genovesi del Settecento possa essere conosciuta come merita. Per ulteriori informazioni: www.museodiocesanogenova.it.
Museo Diocesano - Chiostro dei Canonici, via T. Reggio 20r - Genova. Tel. 0102475127 - info@museodiocesanogenova.it.

Elisa Varese


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